“É facile risolvere un conflitto se sai come farlo” – Parte I

“É facile risolvere un conflitto se sai come farlo” – Parte I

Abbiamo recentemente promesso un articolo dettagliato sulle strategie di soluzione dei conflitti.

Perdersi, incontrarsi o scontrarsi?

Iniziamo in questa prima parte a capire cos’è il conflitto e come lo affrontiamo in genere. É molto importante inoltre distinguerlo dalla violenza, che è ben altra cosa.

Cercheremo infine di capire perchè il conflitto riveste un ruolo fondamentale nelle relazioni, in particolare nella relazione di coppia.

Nella seconda parte dell’articolo, in uscita la prossima settimana, parleremo delle strategie per affrontare al meglio il conflitto e renderlo costruttivo.

L’importanza del conflitto nelle relazioni

Il conflitto è vitale per le relazioni, in molti sostengono che l’assenza di conflitto porta alla morte delle stesse.

E’ un’occasione di apprendimento per la persona, esso stimola la crescita personale e consente di costruire relazioni più autentiche, più profonde, più nutrienti.

Queste potrebbero e dovrebbero essere consapevolezze acquisite, considerazioni banali e scontate, se non fosse che che probabilmente la maggior parte di noi ha in testa altre idee…

Cosa ci hanno insegnato riguardo al conflitto?

“Fate i bravi non litigate”. Quante volte l’abbiamo sentito? É una sorta di mantra che recitano gli adulti quando i giochi dei bambini sfociano in tafferugli. Come tale, esso si imprime nella nostra memoria.

Il messaggio che passa è che il conflitto non va bene, è sbagliato, va evitato. Siamo cattivi se cediamo ad esso, come fosse un peccato. Qualcosa di cui vergognarci e di cui dover chiedere perdono.

In genere impariamo a gestirlo tenendoci tutto dentro, salvo poi “esplodere” una tantum mettendo a rischio le relazioni importanti e non.

Così facendo, ciò che crediamo di gestire, sono le emozioni legate al conflitto (rabbia, frustrazione), mentre il conflitto, ovvero il confronto con l’altra persona, lo evitiamo.

La reazione diametralmente opposta al trattenersi, ovvero “l’esplosione di rabbia”, l’aggresività, non costituisce a sua volta un modo di affrontare il conflitto. Semplicemente esprimiamo le emozioni correlate al conflitto, ma non stiamo in alcun modo affrontando il problema: la diversità di opinioni/bisogni/aspettative/desideri/intenzioni tra noi e l’altro.

Le emozioni non gestite, espresse o meno, possono degenerare e divenire dannose per sé e per la relazione. In taluni casi possono sfociare in violenza, che è importante distinguere dal conflitto.

Il conflitto puà essere violento, ma la violenza non è conflitto

La violenza è negazione del conflitto.

La violenza rappresenta il modo estremo di voler evitare il confronto con l’altra persona. Essa si caratterizza come “intenzione di creare un danno irreparabile”, ed identifica il problema, creato dalla divergenza, con la persona stessa. Perciò, in buona sostanza, con la violenza si cerca di risolvere il problema eliminandolo alla radice, ovvero la possibilità di un confronto e, nei casi più gravi, la persona stessa.

Se è vero che il conflitto può sfociare in violenza, è vero anche che la violenza può generarsi in assenza di conflitto esplicito. Anzi, in realtà sono più numerose le situazioni di violenza senza conflitto, che quelle di violenza emergenti da forme di conflittualità diretta.

La vera discriminante tra violenza e conflitto è la relazione: la violenza è in assoluto la negazione di essa, della possibilità di comunicare e di confrontarsi con l’altro. La violenza è l’espressione massima dell’incapacità di stare nel conflitto, come momento importante per la relazione stessa.

Il conflitto, seppur “acceso”, mal gestito, contiene sempre un tentativo, seppur maldestro, di far coesistere la diversità dei singoli all’interno della relazione.

Perchè il conflitto è importante per la relazione?

Il conflitto viene definito da molti come momento fondativo della relazione stessa. É infatti luogo in cui le singolarità vengono a galla e hanno la possibilità di ri-conoscersi e misurarsi, incontrarsi, capirsi profondamente, accettarsi e influenzarsi.

Questo è un concetto importante, in modo particolare per le coppie. Tra i diversi miti a cui sono soggette, vi è quello dell’armonia. Siamo convinti che una buona relazione debba essere pervasa dall’armonia, dall’accordo a priori. Abbiamo la pretesa di “trovare l’anima gemella”, quella veramente “compatibile” con noi, con cui “ci si capisca con uno sguardo” e che sappia cogliere e soddisfare desideri e aspettative, senza dovergliele spiegare. Queste narrazioni sull’amore perfetto sono dilaganti, e altamente fuorvianti.

Gli studiosi del ciclo vitale della coppia ribadiscono che il momento in cui la coppia nasce veramente non è il magico momento dell’innamoramento, in cui viviamo l’illusione di aver trovato la persona perfetta per noi.

La coppia nasce se resiste alle due fasi successive:

  • la disillusione, o delusione: è il momento in cui le lenti dell’innamoramento che, stimolati dagli ormoni, ci fanno vedere l’alto come lo vorremmo, smettono di funzionare, e l’altro ci appare com’è. Gli esperti descrivono questa fase come caratteristica di qualsiasi relazione, ed è una fase in cui inevitabilmente si attraversano vissuti di delusione e vero proprio dolore, una sorta di “lutto” per la perdita del proprio “sogno d’amore e felicità incondizionati e imperturbati”.
  • il conflitto! Attraverso il confronto e la negoziazione i partner cercano di integrare le reciproche differenze e la propria identità con l’essere coppia. Molti parlano di un vero e proprio patto, più o meno esplicito, attraverso cui i partner arrivano a cerare assieme delle regole di convivenza delle reciproche diversità.

Saper gestire il conflitto, affinchè diventi occasione fondativa della relazione, è dunque importantissimo.

Affrontarlo al meglio, piuttosto che evitarlo o lasciare che degeneri in forme distruttive per la relazione, ci consente infatti al tempo stesso di:

  • esprimere chiaramente i nostri bisogni e “tutelarli” all’interno della relazione
  • comprendere approfonditamente quelli dell’altro e accoglierli
  • creare un reale punto di incontro in cui siano compresi i bisogni di entrambi.

Sembra bello? Sì.

Sembra facile? No.

Ed in effetti non lo è. Però qualcuno diceva “É facile (fare qualsiasi cosa) se sai come farlo”. Possiamo metterci anche il nostro conflitto: “É facile litigare costruttivamente se sai come farlo”!

Nonostante spesso noi psicologi diciamo di “non avere ricette preconfenzionate” per risolvere i problemi, nella seconda parte dell’articolo proveremo a comporre una sorta di lista degli “ingredienti” per provare a gestire un conflitto.