Cambiare in gruppo

Cambiare in gruppo

La scoperta della potente connessione tra il gruppo (il piccolo gruppo) e i processi psicologici individuali è relativamente recente: Lewin nella seconda metà del secolo scorso definì il gruppo una entità dinamica che non corrisponde alla somma dei suoi membri.

Questo cosa significa? Significa che i fenomeni che avvengono all’interno di un gruppo non dipendono esclusivamente dalle caratteristiche psicologiche degli individui che ne fanno parte, bensì dalle tra caratteristiche del gruppo stesso, che lui chiamava “forze”.

Il gruppo era per lui un “campo di forze” che , come in fisica, interagendo simultaneamente, determinano certi fenomeni. Sono “forze” che determinano l’andamento di un gruppo: l’organizzazione, gli scopi che si pone, le dimensioni e i ruoli, ma anche la qualità delle relazioni e i processi di comunicazione che vi avvengono.

Lewin stesso diede avvio a sperimentazioni per verificare l’ipotesi che il gruppo sia un potente strumento di cambiamento. Secondo questa ipotesi, è più facile promuovere il cambiamento in individui associati in un gruppo piuttosto che intervendo su di essi individualmente. Inoltre, sono derivate importanti consapevolezze su quali debbano essere le caratteristiche di un gruppo di lavoro, per esempio, perchè l’efficienza sia ottimale. Non da ultime, tra queste carattirische, vi sono le condizioni che permettono a ciascuno di sentirsi valorzzato all’interno del gruppo.

L’utilizzo del piccolo gruppo come strumento per promuovere processi di apprendimento e cambiamento da allora è diffusissimo ed è stato applicato in molti settori: in psicologia, in educazione, nel sociale. Esso viene usato tantissimo e in svariati modi: vi sono gruppi di terapia, di ricerca, di formazione.

Se un buon conduttore di un gruppo riesce a creare e mantenere le condizioni favorevoli, non c’è esperienza emotiva riparativa più rapida e potente di quella che possiamo vivere all’interno di un gruppo, attraverso le relazioni vive e concrete con gli altri. All’interno di un gruppo terapeutico, per esempio. Possiamo rivivere situazioni problematiche e dolorose e modificarne l’esito emotivo che ha avuto in passato per noi. Possiamo anche metterci in gioco, in un ambiente relazionale protetto, e sperimentare nuovi atteggiamenti e modalità comunicative con gli altri. All’interno di un gruppo di formazione, invece, possiamo apprendere nuovi concetti e nuove visioni, in maniera rapida, sperimentadoli in vivo. Possiamo acquisire nuove strategie e modalità operative, mettendole subito in pratica assieme agli altri.

Immediatezza, concretezza, emotività, relazioni: il gruppo ha non poche marce in più per dar vita al cambiamento e all’apprendimento personale e colletivo.