I ragazzi di oggi sono dei social network – dipendenti?

I ragazzi di oggi sono dei social network – dipendenti?

Il tema della dipendenza dai social network è oggi molto diffuso e desta non poche preoccupazioni in genitori, insegnanti, educatori. A me interessa qui affrontarlo da un punto di vista relazionale.

CI sono colleghi che si occupano in forma specialistica di questo argomento. A me interessa qui affrontarlo da un punto di vista relazionale.
In molti siti in internet si possono trovare molte indicazioni per i genitori rispetto al riconoscimento della dipendenza ma, non basta veder descritto un problema per comprenderlo e affrontarlo.
Come per qualunque altra difficoltà la generalizzazione rischia di separare il problema dalla persona e dalle relazioni in cui la persona è inserita.

La tecnologia oggi offre una strada facile e gratificante per trovare alternative alle fatiche del crescere e del vivere. Perché fare fatica quando ci si può permettere di farne meno, soprattutto quando non ci si riesce a prefigurare le conseguenze future?

Nessuno sceglie in negativo, si sceglie la soluzione in positivo che permette di evitare o ridurre quanto ci risulta penoso, difficoltoso, imbarazzante, pauroso, angoscioso, ecc.

La rete consente di rispondere (o illude di rispondere) a molti bisogni umani, sperimentando emozioni e vissuti fondamentali per la maturazione di un ragazzo in una forma protetta, senza rischi e senza problemi.

Il bisogno di relazione è un bisogno primario fondamentale. Molti studi dal secolo scorso ad oggi hanno dimostrato che i neonati e i bambini possono sopravvivere con poco cibo ma non se sono deprivati di relazioni positive.

La famiglia è senz’altro importante ma, soprattutto oggi, non basta. E non solo quando il bimbo si trasforma in adolescente.

Da quando il bambino è piccolissimo va aiutato a socializzare in vari contesti e in varie situazioni: la relazionalità è una competenza che si acquisisce progressivamente dalla primissima infanzia all’età adulta, non si improvvisa. Si può naturalmente recuperare ma si fa più fatica e il prezzo può diventare alto.

L’isolamento sociale della famiglia può diventare poi isolamento sociale dei figli. Per il proprio benessere e per il benessere dei figli vanno coltivate relazioni con amici, parenti, con la comunità, il quartiere, i genitori dei compagni di scuola, i vicini, le relazioni lontane e vicine.

Di fronte alla difficoltà di entrare in relazione ci si può arrendere e chiudersi nel proprio nucleo familiare o si possono affrontare queste difficoltà. I nostri figli apprenderanno così ad affrontare le cose buone e difficoltose delle relazioni e non a sottrarsi a questa sfida.

Non basta esortare i figli ad aprirsi all’esterno, è necessario mostrare loro, fin da piccoli che le relazioni esterne sono possibili ed è possibile creare rapporti significativi anche al di fuori della famiglia.

Tanti ragazzi oggi sono “bloccati”. Il blocco può manifestarsi in molti modi, la dipendenza da internet è uno dei modi. Le cause sociali sono sotto gli occhi di tutti ma, molto si può fare attraverso un aiuto specialistico ma anche promuovendo una comunità che crei relazioni e non separazione e isolamento.

Dr.ssa Orietta Festa